Dal 2008 in poi, il calo dei prezzi delle abitazioni più sostenuto rispetto a quello del reddito disponibile ha portato a un miglioramento del potere di acquisto delle famiglie nei confronti dell'abitazione. Oggi chi vuol comprare casa deve investire fino a 7,2 annualità di stipendio per un'abitazione nuova o ristrutturata e fino a 5,8 per una usata.
Secondo un'analisi dell'Ance, se fino al 2008, la maggior crescita dei prezzi medi rispetto ai redditi medi familiari ha prodotto un aumento del numero di annualità di reddito necessario per l'acquisto di un'abitazione, dal 2008 il processo si è invertito, causando un miglioramento del potere di acquisto delle famiglie nei confronti delle abitazioni.
L'intensità dello sforzo finanziario della famiglie, costruito rapportando il prezzo medio di un'abitazione (ipotizzata nello studio di un taglio medio di 90 m2), al reddito medio familiare dell'anno, in assenza di ricorso al muto, cresce fino al 2008 (9 annualità di reddito per l'acquisto di un'abitazione nuova o ristrutturata e 7,4 per un'abitazione usata), per poi diminuire progressivamente fino alle 7,2 annualità di reddito per l'acquisto di un'abitazione nuova o ristrutturata ed a 5,8 per un'abitazione usata, nel 2015.