Vendere una casa di cui ancora si sta pagando il mutuo è sicuramente possibile. Occorre però che si verifichino alcune condizioni imprescindibili: trovare un compratore che accetti di doversi accollare il vostro mutuo e assicurarsi che la banca non abbia nulla da ridire sul nuovo mutuatario. Vediamo quali sono i pro e i contro di questa scelta.
Chi mette in vendita una casa su cui ancora pende un mutuo ha davanti a sé due soluzioni. Nel primo caso può utilizzare il denaro che riceve come anticipo dal compratore per estinguere il proprio mutuo con la banca. Questo passaggio avviene dopo la stipula del contratto preliminare. Il giorno in cui verrà stipulato quello definitivo alla presenza di un notaio, sarà lui stesso a farsi da garante presso la banca, provvedendo a versare l’assegno di estinzione del mutuo.
Nel secondo caso, il mutuo non viene estinto: ad accollarselo è il compratore che sarà tenuto a versare al venditore il prezzo concordato per l’immobile da cui però verrà sottratto l’importo del mutuo. La banca deve dare il suo assenso a questo cambio della guardia e potrebbe richiedere un garante per il compratore. Tuttavia, per chi vende esiste comunque un rischio: se l’acquirente non dovesse estinguere il mutuo, la banca potrebbe rivalersi sul venditore, anche se di fatto ha venduto la casa e non ci vive più.
In assoluto sarebbe preferibile privilegiare la prima soluzione: ovvero vendere quando il mutuo è già estinto in modo da evitare qualsiasi rivalsa della banca nei vostri confronti. Tuttavia, è giusto sapere che la banca non può di fatto opporsi al cosiddetto accollo del mutuo in base all’articolo 1273 del Codice Civile. Però può richiedere delle garanzie all’accollante.
Il venditore deve stare molto attento al documento della liberatoria se non vuole trovarsi legato alla banca anche dopo la vendita dell’immobile. E’ consigliabile farsi assistere da un notaio.