Mutuo variabile: come cambiano le rate con la discesa dell'Euribor?

L’indice Euribor continua a scendere e la cosa interessa in modo particolare tutti coloro che stano rimborsando un mutuo a tasso variabile che hanno questo indice come base su cui calcolare la rata mensile.

Tale tasso di interesse del mutuo variabile si ottiene sommando lo spread all’Euribor, uno degli indici che esprime il costo del denaro tra banche poiché quando viene concesso a famiglie o imprese sotto forma di mutuo viene maggiorato dallo spread.

Il tasso del mutuo variabile, quindi, è molto influenzato dal costo del denaro ma non tutti i mutui a tasso variabile fanno riferimento all’Euribor, alcuni hanno come tasso di riferimento il costo del denaro della Banca Centrale Europea. Il tasso della Bce, che è il costo che le banche pagano non per chiedere il denaro in prestito tra loro, ma direttamente alla Bce, è attualmente allo 0,05%, tasso fissato lo scorso settembre e che rappresenta il minimo in assoluto da quando è in vigore l’euro.

Pochi sono i mutui variabili ad essere ancorati al tasso della Bce, ma ancora ci sono poiché una legge del 2009 ha stabilito che nel pacchetto di offerte che una banca presenta ai propri clienti deve esserci almeno un prodotto di mutuo legato a tale tasso per permettere alle famiglie la scelta di un tasso più stabile di quello legato all’Euribor. A differenza dell’Euribor, infatti, il tasso della Bce non cambia ogni giorno ma in questo momento i mutuari che possono sorridere di più sono coloro che hanno il proprio tasso d’interesse legato all’Euribor perché se il tasso Bce è bassissimo quello dell’Euribor è addirittura negativo arrivando al suo minimo di -0,1%.

Cosa significa questo? Che dallo spread il tasso Euribor viene sottratto anziché essere sommato e la rata del mutuo si abbasserà.

Chi sottoscrive un mutuo ora, però, non potrà approfittare dell’Euribor negativo poiché le banche, per tutelarsi, hanno inserito, dallo scorso febbraio, una clausola che prevede che l’Euribor negativo non possa essere sottratto stabilendo che il tasso finale del mutuo non possa mai essere inferiore a quello dello spread.

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