Immobili e Millennials: le tendenze delle nuove generazioni

Come si rapporta la generazione dei Millennials alla questione compravendite immobiliari?

Sicuramente in una maniera diametralmente opposta rispetto ai nostri genitori. A rivelarlo sono alcune stime estrapolate direttamente dagli addetti ai lavori che hanno provato a fare un quadro chiaro della situazione e a trarne delle conclusioni.

Guardando alle nuove generazioni, i nati nel nuovo millennio sono ancora troppo giovani per poter essere presi in considerazione in queste statistiche: tra di loro chi compra o prende in affitto casa è un’eccezione, mentre tutti gli altri sono ancora alle prese con la scuola, l’università e la formazione in generale e, quindi, al massimo, in una situazione di condivisione di una casa/stanza per studenti.

I Millennials, invece, appartengono al periodo che va, più o meno, dal 1981 al ’96-’99, raggruppando i neo-trentenni e quarantenni che hanno l’esigenza di sistemarsi, da soli o con il partner, e di lasciare il tetto familiare di sempre: contestualizzando tutto al periodo storico-lavorativo che stiamo attraversando, non stupisce che queste persone siano più intenzionate a vagliare soluzioni in fitto che in acquisto.

Ma cerchiamo di analizzare la questione al microscopio.

Meglio affitto e meno responsabilità

Sarà per il fatto che, oggi, è molto più difficile conquistare il famigerato “posto fisso“, sarà perché le nuove generazioni hanno dovuto farsi le ossa combattendo contro un sistema antiquato ed estremamente lontano dai bisogni – perlomeno moderni – dei cittadini, ma i Millennials si dicono decisamente più propensi a soluzioni in affitto che in acquisto: tasse, burocrazia, imprevisti, spese accessorie, tutto, con una compravendita, finirebbe sulle loro spalle, motivo per il quale la maggioranza ci pensa bene, molto bene, prima di fare un passo del genere.

Perciò, anche se per il 94% degli italiani la casa è importantissima e ritenuta il rifugio dove accoccolarsi nei momenti più belli e più brutti della vita, resta il fatto che la cosiddetta Next Generation si rivela molto arguta e riflessiva, ponderando eventuali acquisti e affrontando il tema in ottica risparmio e consapevolezza; una strategia molto utilizzata, ad esempio, è quella di restare in fitto per periodi medio-lunghi anche nelle case che si vorrebbero acquistare, per rendersi conto che tutto sia favorevole ad una buona qualità della vita (condominiale, nel quartiere, a livello di collegamenti etc).

Inoltre, questo nucleo di più e meno giovani è molto incline a case piccole, con spazi raccolti, distaccandosi, anche in questo, dalle “manie di grandezza” – se possiamo chiamarle così – delle generazioni precedenti che volevano ambienti grandi e spaziosi, a volte anche più del necessario; complice, chiaramente, anche l’offerta del momento (molto sintetizzata in grandi appartamenti suddivisi in monolocali e bilocali, ad esempio) ed i prezzi del mercato che non sempre rendono accattivante un mutuo da estinguere in 40 anni di rate.

Il risultato?

Una generazione estremamente saggia, tanto più di quella precedente che, nemmeno a dirlo, i Baby Boomers si ritrovano con molte case invendute sul groppone…

 

 

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