IL CONIUGE SEPARATO CHE DEVE LASCIARE L'ABITAZIONE DELLA EX.

Il 4 aprile 2012 ho avuto l'udienza presidenziale per una separazione giudiziale per addebito, tuttora in istruttoria. All'udienza il presidente ha autorizzato i coniugi a vivere separati e ha assegnato, a carico di mio marito, un assegno di mantenimento a mio favore, senza null'altro provvedere, essendo i due figli maggiorenni ed economicamente autosufficienti. La casa coniugale è di mia esclusiva proprietà. Nonostante tutte le richieste avanzate, mio marito, per pure rappresentaglia, continua a viverci, pur avendo un'altra abitazione a disposizione. Quale azione giudiziaria posso promuovere per liberare la mia abitazione e, finalmente, ottenere il diritto di vivere effettivamente separata? Il mio avvocato ha già proposto un ricorso d'urgenza e per modifica dei provvedimenti presidenziali, che è stato rigettato.

Con l'entrata in vigore della legge 54 del 2006, con l'introduzione dell'articolo 155-quater del Codice civile e la prevalente giurisprudenza conseguenti, peraltro in linea con pronunce precedenti (interessante sul punto la sentenza 3934/2008 della Cassazione), l'assegnazione della casa familiare viene pronunciata giudizialmente solo in presenza e nell'interesse dei figli, minori o non autosufficienti.

La ragione principale di questa interpretazione sta nel fatto che così l'assegnazione è destinata a perdere efficacia con il decorso del tempo, in relazione alle mutate condizioni dei figli. Nel caso prospettato, dunque possiamo ipotizzare che il giudice della separazione non si pronuncerà su tale aspetto nemmeno in sentenza. Il provvedimento presidenziale di autorizzazione a vivere separati non pare dunque idoneo a richiedere forzatamente il rilascio dell'immobile da parte del coniuge non proprietario.

Alla lettrice, proprietaria esclusiva dell'immobile, possiamo suggerire di inviare una diffida al marito a lasciare la casa entro un termine, sulla base dell'autorizzazione a vivere separati concessa, e poi, se necessario, iniziare un'azione per occupazione senza titolo e conseguente rilascio dell'immobile. In mancanza di un'assegnazione, che normalmente comprende anche l'uso dei beni mobili contenuti nella casa familiare, dovrebbe essere affrontata anche la divisione di tali beni, da valutare in relazione al regime patrimoniale in essere tra i coniugi, in quanto la proprietà dell'immobile non comporta anche la proprietà di quanto in esso contenuto.

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