Contratto d’affitto: quando è possibile recedere dal contratto con l’inquilino

Gli screzi tra due persone sono comuni, e come si suol dire, non si può piacere a tutti. Ma, mettiamo in caso che a non provare simpatia per noi sia il padrone di casa, oppure che, ci sia stato un litigio tra i due, dettato da qualsivoglia motivo: il proprietario è libero d’interrompere il contratto d’affitto? Stando a quanto dettato dal nostro codice civile la risposta è no.

Secondo la legge infatti, il proprietario può recedere dal contatto solo in caso di morosità ma, se dovesse mai trovarsi al cospetto di gravi mancanze da parte dell’inquilino, può comunque ricorrere al Tribunale e richiedere ” il recesso per inadempimento“. I motivi che possono portare a tale conseguenza sono:

  1. Recesso per morosità: questo è di certo il caso più comune, ed è valido in presenza del mancato pagamento del canone di affitto, con un ritardo di almeno venti giorni oppure, nel pagamento degli oneri condominiali di responsabilità del conduttore, equivalente ad almeno 2 mensilità
  2. Mancato rispetto del regolamento di condominio: all’interno del contratto d’affitto c’è sempre una clausola, con oggetto il rispetto del regolamento di condominio in cui si sta andando ad abitare. Nel caso in cui l’inquilino non dovesse farlo, recando fastidi agli altri condomini o deturpando la cosa comune, il proprietario può recedere dal contratto d’affitto. Ovviamente, in questo caso, non si segue l’iter accelerato con sfratto immediato ma, la conseguenza è la stessa.
  3. Uso illegittimo dell’appartamento: questo avviene quando l’affittuario utilizza l’immobile in questione per un uso diverso da quello presente nel contratto (appartamento utilizzato come magazzino etc…)
  4. Il subaffitto : l’affitto dell’intero appartamento a terze persone, o di una singola stanza senza averlo specificato al proprietario, può essere causa di recesso
  5. Il danneggiamento dell’immobile: quando si affitta un immobile ci si impegna a conservarlo in buono stato e, soprattutto, a restituirlo al proprietario nello stato in cui ci è stato affidato. Se il proprietario dovesse rendersi conto di danni presenti nell’immobile, causati dall’inquilino può richiedere il recesso
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